Ha cercato disperatamente di salvarsi, rifugiandosi nell’abitazione della sua vicina. Ma l’assassino l’ha raggiunta anche lì, massacrandola a colpi di coltello. È la scena da film dell’orrore che racconta la tragedia familiare avvenuta, nel pomeriggio di sabato 16 marzo, a Taurisano, in provincia di Lecce. La vittima è una donna di 50 anni, Aneta Danelczyk, di origine polacca, uccisa a coltellate dal marito, il 57enne Albano Galati, attualmente in carcere.

Il dramma si è consumato in via Corvaglia, nella zona 167, all’interno dell’appartamento di una vicina di casa della coppia, rimasta anche lei ferita durante l’aggressione mortale, nel vano tentativo di difendere la vittima.

In base ad una prima ricostruzione, al vaglio degli inquirenti, l’uomo sarebbe rientrato nell’abitazione familiare in uno stato di forte alterazione psicofisica. Dopo aver inveito contro la moglie, l’ha aggredita sferrandole i primi fendenti con un coltello da cucina a lama lunga. La donna ha cercato di sfuggire alla furia omicida del marito, rifugiandosi in casa della vicina. Qui il 57enne l’ha raggiunta per colpirla ancora. Almeno nove le coltellate inferte dall’assassino che, dopo aver ferito anche la vicina, ha chiamato la Polizia, confessando ciò che aveva fatto.

In base a quanto emerso, la coppia era sposata da più di vent’anni ed aveva quattro figli, tre maschi ed una femmina, che vivevano tutti con i genitori. A quanto pare il più piccolo, un 12enne, era in casa al momento della tragedia ma non avrebbe assistito all’orribile delitto. Da qualche tempo, la relazione coniugale era in crisi e l’uomo si era trasferito temporaneamente in un altro appartamento. Recentemente aveva perso il suo lavoro di netturbino ed aveva chiesto aiuto ai servizi sociali, che lo stavano seguendo. Al pubblico ministero Giorgia Villa, che lo ha ascoltato fino a tarda notte, il 57enne ha detto di non ricordare nulla dell’accaduto. Al termine dell’interrogatorio, l’uomo è stato trasferito in carcere.