Si inaugura domenica 8 ottobre alle ore 19:00 presso la sala convegni del MUST Museo Storico Città di Lecce, la mostra d’arte contemporanea “Le forme del tempo” dell’artista pugliese Teresa Vella.  Intervengono insieme a Claudia Branca (direttore del Must), e Fabiana Cicirillo (assessora alla Cultura del Comune di Lecce), Federicapaola Capecchi (curatrice di Fotografia e collaboratrice dello Spazio Tadini Casa Museo) e Dores Sacquegna (curatrice e art director di Primo Piano LivinGallery).

La mostra
“Le forme del tempo” è un excursus tra le opere di Teresa Vella, che porta in mostra un ciclo diversificato di opere tra fotografia, installazione e scultura in vetro, giocando tra bidimensionalità e tridimensionalità. Un viaggio sensoriale nella materia e nella sua metamorfosi con le sculture in vetro, risultato di una grande maestria e della collaborazione con il noto maestro vetraio Mario Dei Rossi; il ciclo fotografico tra bianco e nero e nuance che esplora i concetti del tempo e due installazioni con materiali prelevati da dimore storiche, che giocano sulla memoria ma anche sulla fragilità delle cose. La mostra offre ai visitatori l’opportunità di immergersi in atmosfere cariche di interrogativi e significati.
Un Dialogo tra Materiali e Tempo

Federicapaola Capecchi, scrive:  “Tra vetro, pietra, metallo, pluviali e radici, Teresa Vella ci pone dinanzi ad una sequenza di fotografie che mostrano reti e corde in luoghi di mare, sentieri sfocati, infissi rotti di una finestra, un mixer di musica elettronica, scale abbagliate dalla luce, frammenti  e forme astratte, autoritratti attraverso le sculture in vetro di Murano.. l’artista è una figura poliedrica, desiderosa di attraversare i confini delle discipline artistiche e di fondere le diverse forme espressive in un’unica esperienza, invitandoci a riflettere sulla relazione tra il tempo, la memoria e la fragilità”.

Dores Sacquegna, scrive:” La ricerca di Teresa Vella, si inserisce appieno nella modalità di raccontare il tempo attraverso il tempo stesso, cioè, utilizzandolo come strumento e materia di racconto. Il suo modus operandi si può riassumere nella metafora della ricerca sul “tempo perduto”, quel tempo che si insinua tra le maglie della memoria con un andamento irregolare ma, che attraverso la sua visione diventa tempo di ascolto, tempo che vive e pulsa tra oscillazioni e ricordi”.

Nel mese di novembre, sarà presentato al pubblico il catalogo con i testi completi degli autori.