“Questa vittoria non è un miracolo: è stata costruita con il lavoro e il coraggio. Questo risultato è l’attestazione di fiducia dei leccesi in una nuova classe dirigente”: Carlo Salvemini torna ad essere il sindaco di centrosinistra Lecce quattro mesi e mezzo dopo le sue dimissioni. E lo fa con un risultato schiacciante, raccogliendo il 50,9% delle preferenze, che lo portano a staccare lo sfidante di centrodestra Erio Congedo (33,1%) di quasi venti punti.

COMUNALI LECCE DEF

Una vittoria bulgara e inaspettata, considerato che i pronostici più diffusi in città davano per buono un altro ballottaggio dopo quello di due anni fa, quando lo stesso Salvemini la spuntò su Mauro Giliberti di Forza Italia. Questa volta, invece, i leccesi hanno scelto convinti. Sono andati a votare portando al 69% la percentuale degli elettori attivi e hanno dato un’indicazione precisa di sostegno al centrosinistra.

Un segnale che, insieme a quello ancora più eclatante di Bari, rende la Puglia un baluardo importante. E non è un caso che, a raccogliere applausi e urla nella lunga notte della vittoria in piazza Sant’Oronzo ci fossero anche il governatore Michele Emiliano, i senatori del Pd Teresa Bellanova e Dario Stefano, l’assessora regionale Loredana Capone. E, naturalmente, Alessandro Delli Noci, braccio destro di Salvemini fin dal 2016, che ha abbandonato definitivamente il centrodestra (fino a due anni fa era assessore della giunta di Paolo Perrone).

AI vincitori sono arrivati gli auguri e i complimenti di Erio Congedo mentre l’ex sindaca Adriana Poli Bortone (che ha diviso il centrodestra e sottratto voti a Congedo con il suo 9,6%) ha promesso che in consiglio comunale farà un’opposizione dura. In Consiglio entrerà anche il candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle Arturo Baglivo (che ha raccolto il 5,1%) mentre resta fuori Mario Fiorella di Sinistra comune (1,4%).

Salvemini, intanto, pensa già al futuro. Alla squadra di governo da formare, “dopo aver misurato con i risultati definitivi le forze della coalizione”, e ai progetti da realizzare, “perché abbiamo uomini, donne ed energie per farlo”. Con la serenità di una maggioranza che questa volta non sarà viziata dall’anatra zoppa come due anni fa e numeri che consentiranno di blindare ogni provvedimento.