L’estate gallipolina quest’anno sarà “orfana” del Parco Gondar. Lo spazio eventi, che negli anni ha ospitato numerosi concerti e iniziative, è sotto sequestro dal marzo del 2017 per effetto dell’inchiesta su un presunto abusivismo edilizio. Lo scorso aprile il presidente della Seconda Sezione Penale del Tribunale di Lecce ha respinto la richiesta di dissequestro rendendo di fatto impossibile la nuova stagione di concerti.

Ieri i titolari del Gondar hanno voluto comunicare la chiusura dalla pagina ufficiale concendendosi anche uno sfogo dopo tanti mesi di silenzio:

“Per noi non è mai stato facile, gli ultimi quattro anni poi sono stati un vero incubo, ma abbiamo sempre sperato che questo momento non arrivasse mai.

Siamo stati fiduciosi fino all’ultimo momento perché super convinti delle nostre ragioni, di aver rispettato tutte le regole e le normative, di avere tutti i permessi richiesti da tutti i diversi enti preposti, ma purtroppo questo dovrà essere dimostrato in un processo penale che si accinge a partire e chissà quanto durerà.

Gli ultimi anni sono stati difficilissimi, dal di fuori non si può comprendere i sacrifici fatti per provare a sopravvivere, ma ci siamo sentiti forti della nostra buona fede.
Abbiamo investito in quello splendido posto tutte le vite, le energie, le risorse economiche, nostre e delle nostre famiglie, per comprare e portare avanti questa attività e fare quelle opere di sicurezza e rispetto delle normative che le autorità ci hanno richiesto: pannelli fonoassorbenti, vie di fuga, servizi igienici, impianti antincendio, investendo nella sicurezza per il nostro pubblico convinti che se avessimo rispettato tutte le prescrizioni e rispettato tutte le regole, la legge, lo stato ci avrebbero protetti, ed invece proprio per queste opere siamo giunti alla fine.
Siamo disillusi e demoralizzati, ma ancora fiduciosi che poi nel processo tutto sarà chiarito, speriamo di non essere un domani prosciolti sulla carta ma con l’attività oramai perita.
Scriviamo questo non rispettando i consigli di chi ci assiste che ci ha invitati a stare in silenzio, ma se dobbiamo andarcene almeno vogliamo spendere due parole, vogliamo essere come sempre schietti e sinceri e raccontare un poco di noi a chi non ci conosce, perché oltre al male di perdere le nostre vite spesso subiamo quello di chi ci considera “abusivi” di chi pensa che siamo in zona agricola quando siamo in zona F. Chi pensa che sia giusto perché abbiamo navigato dell’oro, ma quale oro !? possiamo solo sorridere, a pensare a quanti sacrifici fatti, a chi non sa quali grandi e piccoli artisti abbiamo ospitato e quante belle manifestazioni abbiamo accolto”.

La lunga lettera si conclude con una serie di “grazie”: a familiari e amici ma anche a collaboratori, sponsor e ai tanti artisti che si sono susseguiti sul palco del Gondar negli anni. Tra questi anche quelli che gli hanno voluto dedicare un canzone: Carl Brave e Coez. Chimango e Alessandro Mannarino, autore di “Parco Gondar Boa Energia”.