«Una delle testimonianze più certe del bisogno dell’uomo di provare in una sola volta più emozioni possibili. Così rispondeva Eugène Delacroix a chi gli chiedeva cosa fosse per lui un teatro. Ed è per me una emozione grandissima aver partecipato alla restituzione al Salento e all’intera comunità pugliese di una piccola meraviglia di questa regione, il Teatro Apollo di Lecce, che questa sera abbiamo inaugurato alla presenza del Presidente Mattarella».
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha commentato così la riapertura del Teatro Apollo di Lecce.
«Sono tanti i teatri e i luoghi di arte e cultura che dal Gargano al Salento vengono restituiti, in questi mesi, ai pugliesi. Tutto ciò accade grazie anche all’impegno della Regione Puglia e alla consapevolezza di credere che la cultura non sia un orpello, ma una importantissima leva per la crescita sociale, civile ed economica del nostro territorio.
Adesso tocca ai leccesi, ai salentini e ai pugliesi far vivere questo gioiello di bellezza, restituito alla comunità, con progetti che siano all’altezza del suo prestigio.
».

«Oggi è un giorno importante – ha detto l’assessore alla Cultura Loredana Capone – Dopo trent’anni si alza il sipario su uno dei più bei gioielli di Puglia: il Teatro Apollo di Lecce. Finalmente il teatro è restituito alla sua città e ai suoi cittadini. Siamo felici di aver contribuito alla costruzione di questa nuova grande opportunità per la comunità salentina e pugliese. Questo insegna che quando c’è la volontà le cose si possono fare. E non c’è investimento migliore per i cittadini di quello fatto a favore della cultura. Ma se siamo orgogliosi di un nido di cultura che si schiude siamo anche in attesa di un piano di gestione che possa valorizzare le migliori espressioni ed esperienze artistiche e culturali di questa città. La Regione non mancherà di assicurare il suo supporto ma la vera sfida parte oggi, quando le porte di questo teatro si chiuderanno alle nostre spalle e bisognerà parlare ai cittadini di come vogliamo connettere questo meraviglioso dono che i nostri antenati ci hanno affidato alle loro necessità.».