Pantaleo Latino e ad altri sei imprenditori, negli anni tra il 2009 e il 2011, avrebbero sfruttato i braccianti stranieri nelle campagne di Nardò e del suo hinterland.

Pertanto il procuratore aggiunto di Lecce, Elsa Valeria Mignone ha chiesto condanne fino ad un massimo di 14 anni di reclusione (in tutto quasi 160 anni di carcere) nell’ambito del processo ai sette imprenditori salentini oltre a otto presunti “capi squadra” e “caporali” stranieri accusati di aver ridotto in schiavitù i migranti impegnati nella raccolta delle angurie a Nardò

Pena più alta chiesta per il Latino, di 60 anni, accusato di essere a capo dell’organizzazione criminale transnazionale dedita a favorire l’ingresso di clandestini sul territorio italiano, reclutati in Tunisia e destinati allo sfruttamento nella raccolta delle angurie. I migranti erano costretti a lavorare nei campi anche dodici ore al giorno, per pochi euro, i loro documenti venivano sottratti in modo che non potessero andare via. Tutti e 15 gli imputati vennero arrestati nell’ambito dell’operazione ‘Sabr’ (dal nome di uno dei caporali) condotta il 22 maggio 2012 dai carabinieri del Ros.