La Procura accende un faro sull’amministrazione di Melendugno. Nei giorni scorsi è stato notificato una richiesta di proroga delle indagini preliminari, a firma del pubblico ministero Massimiliano Carducci. Nel fascicolo compaiono i nomi del primo cittadino Marco Potì, del comandante della polizia municipale Antonio Nahi, la consigliera di maggioranza Sara Candido, l’ex assessore Oronzo Maurizio Cisternino e uno dei titolari dello stabilimento balneare Mamanera di San Foca Andrea Fasiello.

Si tratta di un’indagine ancora in corso, in cui ancora non sono state contestate condotte specifiche. Nel provvedimento, dunque, sono soltanto elencate genericamente le ipotesi di reato per le quali si procede: associazione a delinquere, corruzione, abuso d’ufficio, falso, rivelazione di segreto d’ufficio, turbata libertà degli incanti. In questa fase il riserbo è massimo, non è dato sapere su quale vicenda si stia concentrando l’interesse degli investigatori. Ma è plausibile ritenere che l’inchiesta sia legata all’acquisizione documentale da parte della polizia provinciale, effettuata nel luglio scorso negli uffici del municipio.

«Sono estremamente sereno – ha dichiarato Potì – certo mi sembra una situazione paradossale: abbiamo sempre combattuto l’illegalità, anche scontrandoci con forze politiche ed economiche di un certo rilievo. La mia coscienza è a posto, sono certo di non aver mai commesso alcun reato. La magistratura farà il suo lavoro, spero che fino a giugno riuscirà ad accertare la correttezza del nostro operato».

Il carteggio acquisito nel luglio scorso dagli investigatori riguarda moltissime vicende di rilevanza pubblica: lavori pubblici, servizi, parcheggi, manutenzione, multe. Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Luigi e Roberto Rella, Giuseppe Corleto, Giampaolo Potì.