CALCIO : SERIE A , LECCE - UDINESE - L'esultanza di Chevanton del Lecce dopo il gol all'Udinese DARIO CARICATO/ANSA/JI

L’ex bomber del Lecce Ernesto Javier Chevanton è finito sotto processo per evasione fiscale.
Nella mattinata di ieri, si è tenuta la prima udienza dinanzi al giudice monocratico Silvia Saracino. Il processo è stato aggiornato al 3 aprile prossimo, poiché la difesa ha presentato una corposa documentazione.

Infatti, i legali hanno già concordato con l’Agenzia delle Entrate (si è già costituita parte civile in una precedente udienza) le quote da pagare a rate per il periodo in cui si sarebbe verificata l’evasione fiscale. E dai nuovi accertamenti sarebbero emerse cifre inferiori rispetto alla cosiddetta “soglia di punibilità”. Dunque, 80 mila euro per l’anno 2011 e la somma di 115 mila euro per il 2013. Invece, per il 2012, è stata concordata la cosidetta pace fiscale, che permette di pagare sempre a rate e di chiudere i verbali, senza il pagamento di sanzioni. Ernesto Javier Chevanton, che ha vestito a più riprese la maglia del Lecce, ma anche di Siviglia e Liverpool, risponde del reato di evasione fiscale.

Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Donatina Buffelli, il calciatore uruguaiano avrebbe evaso il fisco per quasi un milione di euro, nel periodo compreso tra settembre del 2012 e settembre del 2014 (periodo di presentazione delle dichiarazioni). E il reato sarebbe stato commesso a Lecce, città in cui il calciatore di origini uruguaiane risiede da diversi anni, poiché sposato con la figlia dell’altro ex giocatore salentino Pasquale Bruno. In particolare, sostiene la Procura, per l’anno 2011 l’imposta Irpef evasa risulterebbe di 396.732 mila euro. E poi, viene contestata un’evasione fiscale di 165.140 euro per il 2012 e di 437.244 nel 2013.

Gli accertamenti investigativi della Guardia di Finanza di Lecce, risalgono al mese di giugno del 2018. Successivamente, il pm Buffelli ha emesso un decreto di citazione a giudizio.
L’avvocato Maurizio Villani, difensore di Chevanton assieme al collega Angelo Valente, a margine del processo in corso, ha affermato: «stiamo dimostrando e documentando che le principali accuse sono insussistenti e che le contestazioni si sono già ridimensionate. A tal proposito, abbiamo prodotto un’articolata documentazione a sostegno della nostra tesi difensiva».