Era pronto agli esami di maturità, ma proprio nei giorni scorsi, quando si era ormai agli sgoccioli dalla fatidica data prevista per la prima prova, aveva appreso l’amara notizia di essere stato “non ammesso”. Una decisione amara per uno studente affetto da dislessia, e per questo la famiglia ha deciso di presentare ricorso al Tar Lecce affidandosi all’avvocato Luigi Renna, consulente legale dell’Associazione Italiana Dislessia e già presidente della sezione leccese

La vicenda, riportata dallo “Sportello dei Diritti” di Giovanni D’Agata, è accaduta in un istituto superiore della provincia di Brindisi.

Nel giro di pochissimi giorni il Tribunale Amministrativo ha accolto il ricorso in via cautelare: in mattinata il ragazzo ha sostenuto la prima prova. Nel decreto di sospensiva il Tar parla di “estrema gravità ed urgenza della situazione, tale da non consentire la dilatazione fino alla data della camera di consiglio”. La famiglia, dopo aver presentato la documentazione con relativa diagnosi dello studente, ha poi concordato un Piano Didattico Personalizzato (così come previsto dalla Legge) e sottoscritto congiuntamente al corpo docente. Laddove le misure pianificate però non dovessero risultare idonee al raggiungimento degli obiettivi scolastici prefissati, il piano didattico può e deve essere rivisto.

Ed è proprio a questo che si è appellata la famiglia. Nel ricorso redatto dall’avvocato Renna si legge che “La scuola ha inviato sì un sms alla famiglia per manifestare riserve sull’andamento scolastico, ma non ha mai adottato una misura alternativa tale da superare le criticità riscontrate. Le comunicazioni ai genitori si sono poi interrotte alla soglia del I quadrimestre – si legge ancora – peccando di quel monitoraggio costante che la norma in casi come questi impone”.