Dodici misure cautelari dell’obbligo di dimora sono state eseguite dalla Digos nei confronti di altrettanti tifosi del Bari e del Lecce ritenuti responsabili dei disordini verificatisi il 23 febbraio scorso sull’autostrada A16 tra Cerignola e Candela.

Agli indagati, sei baresi e sei leccesi, sono contestati a vario titolo i reati di blocco stradale, rissa, rapina, danneggiamento seguìto da incendio e favoreggiamento. Complessivamente le persone indagate sono 23.

Quel giorno le due tifoserie, circa 500 persone, si sarebbero incontrate per caso in autostrada: i baresi erano diretti a Castellamare di Stabia, i salentini a Roma, per vedere le partite delle rispettive squadre. Nello scontro, con lancio di pietre e petardi, furono danneggiati cinque mezzi e diverse persone rimasero ferite.

In quell’occasione, lo scoppio accidentale di un pneumatico di un autobus su cui viaggiava una parte della tifoseria biancorossa aveva costretto il mezzo a fermarsi nella corsia di emergenza, motivo per il quale gli altri autobus componenti il convoglio si incolonnavano poco più avanti.

Qualche minuto dopo, sono sopraggiunti numerosi minivan a bordo dei quali viaggiavano i supporter della squadra salentina che, alla vista degli avversari, hanno fermato i loro mezzi. Di lì a poco, dopo l’esplosione di alcuni petardi, le tifoserie sono entrate in contatto tra loro dando il via ad una serie di scontri che hanno portato al danneggiamento di 5 minivan della tifoseria leccese di cui 2 dati alle fiamme e fatti oggetto di atti predatori con sottrazione di tutto il materiale contenuto nei borsoni, sciarpe e striscioni. Nello scontro, con lancio di pietre e petardi, diverse persone rimasero ferite.