Aggredito dal cane della sorella, finisce in ospedale per le ferite riportate alle braccia. Terzo caso in pochi giorni, stavolta a Merine.

La vittima è un uomo di 45 anni, che mercoledì pomeriggio si era recato a casa della sorella. Per motivi ancora tutti da chiarire il cane, forse travisando un movimento del 45enne, si è avventato su di lui e lo ha morso alle braccia, portate avanti in un istintivo gesto di difesa. Tutto è durato pochi secondi. Il cane è stato immediatamente fermato dai familiari e il 45enne ha potuto sottrarsi alla presa. Poi è stato il momento dei soccorsi.

Immediata la telefonata al 118. Sul posto, in pochi minuti, sono arrivati medico e infermieri che hanno portato la vittima al pronto soccorso dell’ospedale di Lecce. Una volta lì è stato suturato e medicato e ha potuto fare immediatamente rientro a casa. Adesso bisogna capire il motivo dell’aggressione. Pare che il cane fosse regolarmente detenuto, era in possesso di microchip e con tutti i vaccini in regola.

Come si diceva è il terzo caso in pochi giorni. La tragedia più grande si è consumata a Tricase, la vigilia di Pasqua, quando un bimbo di otto mesi è stato aggredito dal cane corso di famiglia. I soccorsi in quel caso non sono serviti. Il Corso lo ha aggredito alla testa rendendo vani tutti i tentativi di rianimazione. La domenica di Pasqua, esattamente il giorno dopo, a San Cesario un altro bimbo è stato ferito dal cane meticcio dello zio, durante il pranzo. Il piccolo è stato ricoverato in ospedale per una brutta ferita all’occhio che i medici hanno deciso di tenere sotto osservazione.

Tre casi in quattro giorni, che mettono in luce l’importanza della sicurezza nella detenzione degli animali. «Spesso si dà la colpa agli animali – dice Maria Teresa Corsi, animalista della Vas onlus – ma le responsabilità sono di chi li gestisce. I cani lanciano dei segnali prima di aggredire, che solo chi li conosce è in grado di cogliere. Il problema è questo. Prima di detenere animali sarebbe opportuno acquisire capacità specifiche, evitando così di mettere in pericolo se stessi e gli altri».