«Difficile prevedere chi possa vincere questa partita perché ci sono molte variabili e solo da pochi anni abbiamo cominciato a capire alcune delle tattiche usate dalle cellule tumorali per evadere la risposta immunitaria». Le parole del professore Vincenzo Cerundolo, oncologo leccese a capo di uno dei principali centri di ricerca del mondo, suonano amare oggi che il cancro – proprio il mostro che ha contribuito a combattere – se l’è portato via a soli 60 anni.
Il professore Cerundolo si è spento ad Oxford, dove era professore di Oncologia, a causa di un adenocarcinoma polmonare non dipendente da fumo. Un amaro destino per un non fumatore. Così, il Salento perde uno dei suoi più figli più illustri mentre la scienza perde uno dei ricercatori più illuminati e apprezzati al mondo. Resta una imponente mole di lavoro che la comunità scientifica potrà utilizzare nell’immane lotta contro i tumori.

Nato a Lecce nel dicembre del 1959, è stato studente del liceo scientifico De Giorgi, dove ancora lo ricordano con grande affetto, come dimostrano le parole della preside Giovanna Caretto, che pubblichiamo accanto. Poi il trasferimento a Padova dove si laurea in Medicina e si specializza in Oncologia. Infine la chiamata all’Università di Oxford dove diventa una delle punte di diamante nella ricerca oncologica. Proprio al medico leccese viene affidata la direzione di uno dei più prestigiosi laboratori di ricerca del mondo.

Insomma, un fiore all’occhiello per il Salento, dove il professore Cerundolo tornava spesso a testimonianza di un legame rimasto inossidabile. L’ultimo incontro con la sua terra un anno fa, quando già gli era stata diagnosticata la terribile malattia, tenuta gelosamente nascosta. Non una parola del problema personale ma grande disponibilità al dialogo, come dimostrano un articolo della Gazzetta, i numerosi incontri con i colleghi ed una lunga e dettagliata intervista pubblicata da Salento Medico (ottobre 2018), la rivista dell’Ordine dei Medici di Lecce da cui è tratta la dichiarazione che apre questo articolo.

«Una gravissima perdita per la comunità scientifica salentina e mondiale – sottolinea l’intero consiglio direttivo dell’Ordine dei medici di Lecce guidato dal presidente Donato De Giorgi – Un collega di altissimo spessore umano e professionale che ha dato lustro alla categoria e a questo territorio. Il suo contributo scientifico sarà determinante nella immane lotta contro la malattia. Il suo esempio sarà di stimolo per i giovani colleghi che ne erediteranno il testimone».

La reazione dei suoi colleghi inglesi quando è stata diagnosticata la malattia dimostra la stima che Cerundolo era riuscito a conquistarsi. Hanno subito promosso una associazione per la raccolta di fondi in modo da sostenerlo nella battaglia che stava combattendo per se e per gli altri. Perché – scrivevano i dottori John Haanen e Solange Peters pochi mesi fa – «Enzo è una stella scientifica per le sue scoperte ma è anche un essere umano fantastico». La salma del professore Cerundolo rimarrà per sempre ad Oxford dove c’è la sua famiglia. La sorella ringrazia quanti lo stanno ricordando.