In lutto il mondo dell’enologia pugliese e italiana. E’ morto improvvisamente Severino Garofano, il “papà” della moderna enologia pugliese. Avrebbe compiuto 83 anni a ottobre. Lascia la moglie, Teresa, i figli Stefano e Renata e la nipotina nata da poco. Originario dell’Avellinese, terra in cui probabilmente tornerà per essere sepolto, Garofano ha legato il suo nome alla fortuna di alcune storiche aziende vinicole salentine. Suoi il Graticciaia, uno dei vini più apprezzati dagli esperti e dal mercato, e il Girofle, uno dei rosati più diffusi e apprezzati. Altri, come il Patriglione, sono pietre miliari nella storia dell’enologia.

Garofano negli ultimi anni aveva aperto una sua azienda e ancora fino a ieri era lui che personalmente curava e supervisionava i vigneti. Giunse in Puglia sul finire degli anni Cinquanta, esattamente nel 1957. Erano i tempi in cui il vino del Salento, il negroamaro, finiva quasi per intero nelle cisterne che lo trasportavano al Nord o all’estero, per “fortificare” altri vini. Le sue intuizioni, il suo sapere e la sua esperienza sono stati il motore della macchina che ha trasformato quel prodotto in un vino che ora compete con pari dignità con gli altri nelle enoteche d’Italia e di tutto il mondo.
I funerali sono in programma per domani, alle 17, a Carmiano.