Dopo più di un mese di indagini, sono finiti in manette gli autori delle due rapine a mano armata agli uffici dell’ ACI di Lecce, il 1°marzo ed il 14 marzo scorsi.

Gli arresti sono stati eseguiti all’alba di sabato mattina: in carcere sono finiti Pierluigi Manisco 49enne leccese, Roberto Corpus, 53enne leccese, Giuseppe Grasso, 49enne leccese. Una quarta persona, Lucia D’Anna, 47enne di origini palermitane, è stata confinata ai domiciliari.

La ricostruzione dei fatti, documentata, passo dopo passo, dai riscontri filmati dalle numerose telecamere di sorveglianze situate nella zona e dalle risultanze degli accertamenti tecnici telefonici hanno permesso di stringere il cerchio in breve tempo intorno ai 4 arrestati, considerati soggetti pericolosi, avendo sempre agito con sfrontatezza e con utilizzo di armi da fuoco.

Nel corso delle investigazioni, è emerso che la 47enne, impiegata come addetta alle pulizie negli uffici dell’ACI, aveva fornito al marito Pierluigi Manisco ed ai suoi complici particolari importanti circa le modalità di accesso agli uffici ed all’allocazione del denaro contante. Nel corso del primo assalto, le circostanze di tempo non avevano consentito ai rapinatori di appropriarsi del denaro. Nel secondo assalto, avendo acquisito informazioni più dettagliate, i rapinatori, entrati negli uffici in due, hanno fatto razzia di denaro contante ed assegni per un valore di oltre 6mila euro.
I banditi si erano poi dati alla fuga a bordo di una Fiat Panda, dopo aver esploso un colpo d’arma da fuoco a scopo intimidatorio. Dalle attività di riscontro l’auto è risultata esseredi proprietà di Manisco.

Dalle prime analisi, l’auto aveva da subito destato interesse aper via della mancanza del fascione laterale. Inoltre, la contestuale visione di alcune telecamere di videosorveglianza aveva consentito di evidenziare i parziali caratteri alfanumerici della targa e giungere all’identificazione dell’intestatario del veicolo.

Il confronto effettuato tra le immagini e il sopralluogo effettuato dai poliziotti nei pressi dell’abitazione di Manisco, non avevano lasciato dubbi circa la completa rispondenza sia del colore che del modello dell’autovettura utilizzata per la rapina.

Particolari importanti sono emersi anche dall’ascolto degli impiegati presenti al momento dei due assalti quando gli stessi avevano dichiarato che i rapinatori, in chiaro accento locale, nel corso dell’assalto del 14 marzo, avevano fatto chiaro riferimento alla rapina fallita del 1° marzo, a causa della mancanza della chiave della cassaforte e che, invece, il 14 marzo erano riusciti a recuperare.

Nel corso dell’attività di arresto di Manisco e durante l’attività di perquisizione domiciliare sono stati rinvenuti e quindi sequestrati circa 50 grammi di eroina, già suddivisa in dosi, nascosti in un armadietto presente sia nella camera da letto che nella cucina.