Scacco a uno dei più potenti e attivi clan della sacra Corona unita salentina. L’operazione della reparto operativo speciale dei carabinieri di Lecce coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia ha portato all’emissione della misura di custodia cautelare in carcere nei confronti di 16 persone, alcune delle quali incensurate, ma ritenute organiche alla frangia che fa capo a Saule Politi, boss emergente attualmente detenuto. In manette i fratelli Emanuele e Raffaele Sperti di Carmiano, Gabriele e Ludovico Tarantino, Fernando Nocera anch’egli elemento di spicco storico della frangia locale della Scu, l’imprenditore Pierpaolo Panarese, Antonio Giordano, Giacomo Pulli, Marco e Alessandro Ciminna, Sandro Saponaro, Antonio Quarta, Cosimo Miggiano, Antonio Giordano, Andrea Maniglia e Francesco Iacono.

Tra i reati contestati a vario titolo vanno dallo spaccio di stupefacenti, all’autoriciclaggio, reati finanziari. Quarantasette in tutto le persone indagate tra cui un esponente del clan Mammoliti della ndrangheta di Reggio Calabria. Il nome del clan calabrese era già finito al centro di una dettagliata informativa dei carabinieri del Ros di Lecce che documentava la collaborazione tra la quarta mafia salentina e la ‘ndrangheta in termini di gestione del traffico di droga, all’esito della quale, e con l’intervento della prefettura di Lecce, era stato sciolto per mafia il consiglio comunale di Carmiano, Comune in cui il clan colpito dall’operazione di oggi è particolarmente attivo.

Anche un finanziere originario di Monteroni, ma in servizio in un’altra provincia, è stato arrestato nel blitz dei carabinieri del Ros di Lecce nell’ambito dell’operazione filo d’Arianna che ha disarticolato un nucleo storico della sacra Corona unita del nord Salento. L’uomo, G.C., è stato trovato in possesso di un ingente quantitativo di cocaina, pari a circa 5 kg, durante la perquisizione domiciliare. Da qui l’arresto in flagranza.