In provincia di Lecce il Covid colpisce duro, decimando famiglie come è successo a Nardò. Ma anche portando via persone più giovani, come accaduto a Spongano e Sternatia.

Il centro più popoloso dopo il capoluogo, quello neretino, segna la triste perdita di marito e moglie, deceduti a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro. Due coniugi avanti con gli anni ma non invalidi. E che non presentavano patologie tali da lasciare pensare ad una fine così repentina. Invece il virus ha fatto la sua parte nello stroncare la vita del signor Roberto, 88 anni, che è deceduto al Dea di Lecce lunedì 14 dicembre. La moglie, la signora Teresa di cinque anni più giovane, lo ha seguito nell’ultimo viaggio domenica scorsa.

Anche lei si trovava ricoverata a Lecce per aver contratto il virus, evidentemente, in ambito familiare. Per entrambi la dicitura più triste, sul manifesto funebre di commiato, quello che recita che le salme sarebbero giunte a Nardò senza il passaggio dalla parrocchia di appartenenza, nel Centro storico, ma con arrivo in città direttamente nel camposanto. Nardò paga tributo, dunque. Ed è pesante nelle famiglie. Pochi giorni fa anche due fratelli, persino più giovani della signora Teresa, sono andati via per sempre. Prima lui, il maschio, e poi la sorella.

Anche per questo a Nardò c’è agitazione, che diventa mugugno sui social: la sera le piazze più nascoste agli occhi degli adulti traboccano di giovani e giovanissimi. Si tratta di piazzetta La Rosa e piazza delle Erbe. I cittadini chiedono controlli serrati e deterrenti per evitare questi assembramenti seminascosti.

Anche altre comunità sono in lutto: a Spongano è deceduta una vedova di 72 anni. Il sindaco Gigi Rizzello ne ha dato notizia alla comunità affranta. A Sternatia è morto un uomo di 78 anni.