A nulla è servito l’impegno da parte dei padroni di Diana, una cucciolona di 11 mesi di pastore maremmano, di rimanere a casa la notte di San Silvestro, per paura che l’amatissimo animale si spaventasse a causa dei botti di Capodanno. Diana, purtroppo, manto chiaro, giocherellona e vivace, già sopravvissuta all’abbandono e adottata poco tempo fa dalla coppia salentina, ora distrutta dal dolore, non ce l’ha fatta.

Il suo cuore non ha retto allo spavento, ed è morta la notte del 31 dicembre sotto gli occhi di mamma e papà ‘umani’. A nulla è valso il regolamento anti-botti, un infarto le ha stroncato la vita. E il commento dei padroni sui social è straziante:

«Vi risparmio i miei sentimenti di questo momento – scrive la sua ‘mamma umana’, distrutta – Ma almeno che la morte della mia Diana serva a qualcosa. Adesso basta. Questa strage incivile deve finire. Questa sordità istituzionale deve finire! È una strage che non danneggia solo gli animali, ma anche persone, neonati, malati di qualsiasi età con patologie neurologiche che impediscono la comprensione di ciò che sta accadendo intorno! Ma anche se non volete fregarvene degli animali che muoiono, degli ammalati e dell’ambiente che viene inquinato da questa becera usanza, almeno preoccupatevi di chi soffre e di chi resta. Preoccupatevi di chi ha persone ammalate in casa e animali da compagnia o d’allevamento, perché noi altri non possiamo più vivere aspettando le festività come una disgrazia! Anche quest’anno il 31 dicembre sono rimasta a casa. Ma non è bastato! Servono le leggi certo, ma non senza progetti. Serve educazione, come vedete le sfilate con le bandiere lasciano il tempo che trovano. Servono le relazioni umane. Serve riconoscere i sentimenti e poi recuperarli. Ma siamo molto molto lontani da tutto questo! Intanto lei a soli 11 mesi non c’è più. Alla faccia delle leggi, della civiltà, della cultura»