Se le esportazioni made in Puglia verso gli Stati Uniti d’America continuano a crescere, quelle verso la Federazione Russa continuano a calare, a causa delle restrizioni dovute alle sanzioni internazionali ed all’embargo conseguentemente stabilito da Mosca.

L’elezione di Trump rappresenta un’incognita: da un lato una politica filorussa potrebbe dare una scossa in senso positivo ai mercati globali, dall’altro un atteggiamento protezionistico significherebbe ridurre i flussi commerciali anche sul fronte statunitense.
Bisogna tener conto, infatti, che la competitività dell’export verso i paesi non appartenenti all’Eurozona è legata alla volatilità del tasso di cambio che è influenzato dalle decisioni delle autorità monetarie. Se l’attuale deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro favorisce le vendite negli Stati Uniti, viceversa, l’apprezzamento dell’euro nei confronti del rublo, unito al permanere delle sanzioni, condiziona fortemente l’export verso la Federazione russa.

Lo conferma una recente elaborazione del Centro studi di Confartigianato Imprese Puglia su dati Istat.
Nei primi sei mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, si registra un incremento dell’export made in Puglia del 13,7 per cento verso gli Stati Uniti (da 383.285.983 euro a 435.842.562). Le esportazioni verso la Russia, invece, sono scese del 4,6 per cento (da 25.216.151 euro a 24.048.302).
In particolare, le aziende della provincia di Taranto esportano prodotti e beni verso Usa e Russia per un valore complessivo di ben 236,8 milioni di euro. Seguono le province di Bari con 98,2 milioni, Foggia con 47,5 milioni, Brindisi con 41,6 milioni, Lecce con 25,5 milioni e Barletta-Andria-Trani con 10,3 milioni.

«Le elaborazioni del nostro centro studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – dimostrano quanto le produzioni made in Puglia continuino ad essere appetibili sui mercati mondiali
Tuttavia, l’elezione di Donald Trump getta un’ombra di incertezza sul futuro dei rapporti commerciali con gli Stati Uniti. In più di un’occasione, infatti, il Presidente eletto ha ventilato un ritorno a politiche economiche maggiormente protezionistiche e ciò non è certo beneaugurante, considerato che quello nordamericano, già con le regole attualmente in vigore, non è certo un mercato semplice da affrontare per le nostre imprese.
Questo – continua Sgherza – rilancia il tema delle sanzioni commerciali nei confronti della Federazione russa. Purtroppo quello dell’Unione Europea è un atteggiamento che finisce col danneggiare principalmente l’Italia e in particolare la Puglia, da sempre una delle Regioni più legate a Mosca.
L’auspicio – conclude Sgherza – è che il rimescolarsi degli equilibri mondiali rappresenti un’occasione proficua per ricondurre le relazioni internazionali ad una maggiore serenità, e ciò anche a vantaggio del versante economico.».