Una maxi evasione fiscale da 48 milioni di euro è stata scoperta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Lecce, nell’ambito di una complessa attività investigativa che ha portato all’individuazione di una società cipriota stabilmente operante in Italia nel commercio all’ingrosso di fiori.

Le indagini, eseguite su delega della Procura di Lecce, si sono protratte per due anni e hanno fatto affidamento anche su forme di cooperazione internazionale – in materia fiscale – con organi collaterali di paesi esteri come Cipro, Lettonia, Olanda e Federazione Russa.

Le indagini hanno permesso di svelare un articolato sistema fraudolento posto in essere dalla società con sede legale a Cipro ma operante di fatto in Italia attraverso una “stabile organizzazione”, istituita presso una sede secondaria ubicata a Lecce.

Il business della società consisteva nell’acquisto di fiori da produttori agricoli dei Comuni di Leverano e Taviano e nella successiva esportazione verso la Russia, ad una società a capo di una catena commerciale operante nel settore della vendita di articoli floreali.

Nel concreto, come emerso dall’analisi della copiosa documentazione acquisita nel corso delle indagini e della successiva verifica fiscale, presso la sede leccese della società cipriota veniva di fatto svolta una vera e propria attività commerciale quando formalmente era chiamata a svolgere solo operazioni di raccolta e confezionamento dei fiori per la successiva spedizione in Russia, (misurazione, pesatura, controllo di qualità, imballaggio, refrigerazione e carico sugli automezzi).

All’interno della società per mezzo di proprio personale ed utilizzando i locali e le attrezzature ivi presenti- venivano sottoscritti contratti con i produttori agricoli attraverso le varie fasi utili: dalla contrattazione del prezzo e delle restanti condizioni di vendita, fino alle operazioni di confezionamento e trasporto dei fiori verso l’effettivo destinatario dei beni, in Russia.

Al fine di occultare i rilevanti redditi cosi conseguiti, l’organizzazione aveva interposto una società con sede negli Emirati Arabi, di fatto non operativa sul territorio nazionale e sconosciuta agli stessi produttori agricoli, cui venivano fittiziamente ricondotto le operazioni di acquisto dei fiori dai produttori locali.

Operando in tal modo, la società cipriota ha omesso di registrare e dichiarare i ricavi della vendita dei fiori, complessivamente quantificati, dal 2013 al 2017, in 48 milioni di euro, che sono stati invece surrettiziamente attribuiti alla società araba, fiscalmente residente in uno Stato estero e quindi non soggetta a tassazione sul territorio italiano.

Il rappresentante legale della società ed il preposto per la sede secondaria di Lecce, entrambi di nazionalità russa, sono stati denunciati per reati tributari.