Papa Francesco si recherà venerdì 20 aprile in Puglia, ad Alessano e a Molfetta, sulle orme di don Tonino Bello, vescovo italiano morto 25 anni fa e simbolo di quella chiesa al servizio degli altri tanto invocata anche da Bergoglio. “Il vescovo con il grembiule”: così è ricordato da tutti don Tonino.

Il programma prevede due tappe: la prima ad Alessano, città natale di don Tonino Bello, dove il pontefice si raccoglierà in preghiera presso la sua tomba. Poi il pontefice si sposterà a Molfetta dove celebrerà la messa al porto. Una visita di circa quattro ore in tutto nel corso della quale il Papa incontrerà il clero locale, i giovani, i malati, ma anche gli stessi parenti del vescovo del quale ricorre il venticinquesimo anniversario della morte.

Ad accogliere Bergoglio ad Alessano (Lecce) sarà il vescovo di Ugento-S. Maria di Leuca, monsignor Vito Angiuli, che ha conosciuto di persona don Tonino Bello. “I ricordi? Sono tanti, diversissimi. Mi viene in mente quando tornò da Sarajevo per una marcia della pace. Nonostante già stesse male volle affrontare quel viaggio faticoso e anche pericoloso”, racconta mons. Angiuli all’ANSA. Un ricordo quanto mai attuale oggi che una nuova guerra, quella della Siria, scuote ancora una volta le coscienze di tutti. “Poi ricordo come affrontò la sofferenza e la morte, un grande esempio cristiano”, aggiunge. Ad Alessano Papa Francesco sosterà un’ora, con la preghiera sulla tomba e il saluto ai familiari di don Tonino, “sedici persone, tra i quali due fratelli”. Poi il pontefice, prima di partire per Molfetta, pronuncerà un discorso e farà un saluto alla gente, giovani, famiglie, malati. “Sono attese 15-20mila persone”. Una visita, questa di Papa Francesco, che si collega a quella di dieci anni fa a Leuca di Benedetto XVI.

“Dal promontorio di Leuca – ricorda Angiuli – parlò della necessità del dialogo tra le due sponde del Mediterraneo, tema caro anche a don Tonino e a Papa Francesco”. Pace e accoglienza: questi i temi che potrebbero risuonare nell’atteso discorso del pontefice in una terra che vive i due aspetti della questione migranti. Chi arriva in fuga da guerre e povertà ma anche chi va via in cerca di una prospettiva di lavoro. “Siamo ritornati agli anni 40 e 50 – riferisce il vescovo di Ugento – in cui la gente andava via, in Belgio, Svizzera, Francia o Nord Italia. Ci sono gli stessi problemi, manca il lavoro, c’è povertà e i giovani che vanno a frequentare fuori l’università non tornano. Ci aspettiamo dal Papa parole di incoraggiamento e speranza”. Per don Tonino le diocesi pugliesi auspicano un’accelerazione del processo di beatificazione: “Credo che con la sua visita il Papa in un certo senso venga a mettere il suo sigillo sulla vita evangelica di don Tonino. Non è possibile non tenere conto di questo”. “Il suo messaggio – dice ancora mons. Angiuli -, a partire da quella immagine del ‘grembiule’ che è evangelica, è attuale oggi per noi ma sarà attuale sempre”. Quanto al carattere, da qualcuno dipinto un po’ spigoloso, mons. Angiuli corregge: “Non si può parlare in nessun modo di durezza. A lui non piaceva la mediocrità, chiedeva anche ai giovani di puntare sempre in alto, spronava ciascuno a dare il meglio di sé. Chiedeva molto anche a sé stesso. Anche quando giocava a pallone don Tonino voleva sempre vincere”, chiude con una battuta il vescovo che accoglierà per primo venerdì il Papa in terra di Puglia.