Sono 11 i Comuni salentini commissariati dalla Giunta regionale. Il provvedimento scaturisce dalla mancata approvazione del Piano comunale delle coste e riguarda Alliste, Andrano, Castrignano del Capo, Castro, Diso, Gagliano del Capo, Melendugno, Morciano di Leuca, Salve, Santa Cesarea Terme e Vernole scelti con un criterio oggettivo, cioè quello delle amministrazioni inadempienti con meno di 10mila abitanti e con meno di 20 km di costa. In Puglia il numero sale a 23, cioè Cagnano Varano, Chieuti, Ischitella, Leporano, Maruggio, Mattinata, Peschici, Serracapriola, Torchiarolo, Torricella, Vico del Gargano e Zapponeta, mentre Rodi Garganico era stato già commissariato a giugno 2017. Entro due mesi la Regione procederà al commissariamento di altre amministrazioni che non risulteranno aver adottato il Piano, al momento approvato solo da Nardò, Racale, Tricase e Manfredonia.

Salvi quindi i Comuni rivieraschi maggiori, cioè Porto Cesareo, Lecce e Gallipoli di cui si era parlato nei giorni scorsi.

«Da parte nostra – spiega Mauro Della Valle di Federbalneari – auspichiamo ad una immediata reazione di responsabilità dei primi cittadini. Certo è che la scelta del commissariamento ha avuto una logica non proprio come il piano costa ragiona e cioè non per confini amministrativi ma per unità fisiografica. Spero che chiunque sarà chiamato a decidere sul futuro delle imprese balneari lo faccia per quelle nuove e non per quelle esistenti. Da qui un ricorso sul l’annullamento del piano coste pugliesi che ci vedrà davanti al Tar Bari il prossimo giugno, visto che dal 2012 ad oggi il litorale sabbioso pugliese è certamente cambiato, Con i piani costa comunali senza una ricognizione aggiornata dello Stato di salute delle spiagge si rischia di concedere nuove concessioni dove manca la sabbia e revocarne dove invece il mare in sei anni ha ristabilito un equilibrio naturale».