Migrants and refugees are assisted by members of the Spanish NGO Proactiva Open Arms, as they crowd on board of a rubber boat sailing out of control 21miles north of Sabratha, Libya, on Friday, Feb. 3, 2017. European Union leaders are poised to take a big step on Friday in closing off the illegal migration route from Libya across the central Mediterranean, where thousands have died trying to reach the EU, the EU chief said. (ANSA/AP Photo/Emilio Morenatti) [CopyrightNotice: Emilio Morenatti]

L’accoglienza dei migranti trasformata in un affare, che portava vantaggi economici e consenso elettorale al sindaco: è questo il filo su cui si dipana l’inchiesta della Procura di Lecce su Neviano, piccolo centro del Basso Salento, la cui sindaca – Silvana Cafaro (centrodestra) – è stata raggiunta da un avviso di conclusione delle indagini preliminari.

Concussione, l’ipotesi di reato contestata dalla pm Valeria Farina Valaori, all’esito delle indagini della polizia sulle attività Sprar svolte nel paese negli anni tra il 2014 e il 2016. A far scattare gli accertamenti una serie di denunce, in cui venivano indicati nel dettaglio i metodi poco ortodossi utilizzati dalla prima cittadina per sovrintendere alle attività di accoglienza.

In teoria – stando a quanto ricostruito dagli investigatori – la gestione delle strutture e dei finanziamenti ad esse connesse, era affidata a una cooperativa ma, di fatto, era la sindaca a indicare le persone da assumere nei centri, le case in cui alloggiare i migranti e persino i negozi in cui potevano a andare a comprare cibo e medicine.

Un sistema di cui molti operatori si erano lamentati per anni e che, alla fine, è stato meticolosamente ricostruito negli esposti finiti in Procura. Di fronte a quelle accuse, Cafaro ha ora la possibilità di chiedere di essere interrogata per fornire la propria versione dei fatti e convincere la magistratura che le attività di accoglienza nel suo paese non siano state trasformate in una macchina per elargire favori ad amici e conoscenti.