L’omicidio di Noemi Durini – la sedicenne scomparsa da Specchia il 3 settembre – è stato premeditato dal fidanzato che non sopportava l’idea che lei potesse lasciarlo. Lo scrive la Procura dei minori di Lecce nel decreto di fermo con cui il 13 settembre ha imposto la custodia cautelare al diciassettenne di Alessano, che ha confessato il delitto e consentito il ritrovamento del corpo della ragazza, sepolta otto un cumulo di pietre in una campagna a pochi chilometri da Santa Maria di Leuca.

Omicidio aggravato dalla premeditazione, nonché dai futili motivi e dalla crudeltà è l’accusa ipotizzata allo stato, anche sulla scorta della testimonianza di un amico, al quale il ragazzo avrebbe manifestato l’intenzione di uccidersi o di uccidere la compagna. Gli inquirenti, dunque, non credono alla versione fornita dal giovane, secondo il quale il delitto sarebbe scaturito d’impeto nel tentativo di fermare Noemi che, all’alba di quel 3 settembre, era uscita di casa armata di un coltello per andare a uccidere i genitori di lui.

Così come, al momento, non ha riscontro l’accusa lanciata dal padre di Noemi, Umberto Durini, contro il papà del ragazzo: “Protegge suo padre, ha fatto tutto lui”. Tali parole sono state pronunciate davanti alle telecamere nella mattinata di venerdì 15 settembre, dopo un tentativo di irruzione di Umberto nell’abitazione di Montesardo (frazione di Alessano) in cui vive la famiglia del 17enne. La tensione è salita alle stelle e per riportare la calma è stato necessario l’intervento dei carabinieri.

Umberto si è sfogato duramente: “Il ragazzo era stato cacciato di casa, dormiva nei casolari, io l’ho accolto da me, gli ho comprato i vestiti, mia figlia l’amava e per questo sono andato da suo padre e mi hanno aggredito e chiamato delinquente”. La sua teoria – che vedrebbe l’altro padre in un ruolo attivo nell’omicidio – al momento non ha alcun riscontro investigativo. “Interrogheremo il papà di Noemi – dicono dal palazzo di giustizia di Lecce – se ha notizie circostanziate da fornire le ascolteremo”.

Intanto sul fronte investigativo si lavora nel tentativo di capire quale sia stata l’arma del delitto, considerato che la tac effettuata sul cadavere dal medico legale Roberto Vaglio ha mostrato l’assenza di fratture sul cranio e dunque escluso che la morte della sedicenne sia avvenuta a causa dei colpi di pietra.

Possibile che l’arma utilizzata sia un coltello, così come ha raccontato il ragazzo, che ne attribuisce la proprietà a Noemi. I dubbi sul punto potrebbero essere sciolti nell’interrogatorio del diciassettenne che comparirà davanti alla gip del Tribunale dei minori di Lecce, Adolorata Colluto alla presenza della pm Anna Carbonara e degli avvocati difensori Luigi Rella (lo stesso che difese Cosima Serrano, la zia di Sarah Scazzi condannata all’ergastolo insieme alla figlia Sabrina Misseri) e Paolo Pepe.

Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando è a Lecce per partecipare alle Giornate del Lavoro della Cgil. Non si esclude che il ministro possa incontrare i vertici degli uffici giudiziari di Lecce, dopo l’avvio di un’ispezione sul caso Noemi. L’obiettivo delle verifiche è capire se provvedimenti più tempestivi da parte del Tribunale dei minori, a cui la mamma della sedicenne aveva chiesto l’allontanamento del fidanzato violento, avrebbero potuto salvare la ragazza. I primi documenti sarebbero già stati acquisiti dagli ispettori negli uffici giudiziari salentini.

“Abbiamo ritenuto opportuno intervenire perché a una prima valutazione sono emerse delle condotte nell’attività dei magistrati che possono far supporre delle abnormità – ha detto il ministro -. Gli atti sono stati acquisiti da poco, non ci sono ancora novità”. La verifica riguarderebbe la cosiddetta “abnormità funzionale”, ovvero ipotetici comportamenti dei magistrati, che potrebbero aver determinato una stasi nel procedimento in atto, che riguardava la richiesta di allontanamento del fidanzato manesco. Allo stadio embrionale anche l’indagine del Csm, che martedì esaminerà il caso nella riunione del Comitato di Presidenza e deciderà se avviare un procedimento disciplinare. (La Repubblica)