Sono stati condannati da tre a 11 anni di reclusione 12 dei 15 imputati – tre sono stati assolti – comparsi davanti ai giudici della Corte d’Assise di Lecce (presidente Roberto Tanisi) in quanto ritenuti responsabili di associazione a delinquere e riduzione in schiavitù di migranti impegnati nella raccolta di angurie nelle campagne di Nardò (Lecce). La sentenza di primo grado del processo chiamato “Sabr” viene emessa dopo l’operazione anticaporalato che nel 2012 portò nel Salento all’arresto da parte dei carabinieri del Ros di imprenditori capi squadra e “caporali” di nazionalità straniera.
Il processo si è svolto nell’aula bunker del carcere di Borgo San Nicola. Il sostituto procuratore Elsa Valeria Mignone aveva chiesto una condanna complessiva di 170 anni di carcere. Il reato di riduzione in schiavitù era stato ritenuto di non sussistere dal Tribunale del Riesame.