L’andamento della produzione di olive e olio, come era stato già più volte denunciato da Coldiretti Puglia, ha risentito in maniera tangibile degli effetti del disseccamento degli ulivi, a causa della Xylella fastidiosa. “«L’annata 2016 in provincia di Lecce ha registrato un calo del 28% della produzione di olive da olio – lamenta il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – e del 26% di olio extravergine, il numero dei frantoi è passato da 400 a 319 unità. Le stime per la prossima annata sono disastrose, si parla di un crollo della produzione che potrà toccare anche il 60%. Numeri drammatici che fotografano l’esatta condizione degli olivicoltori della provincia di Lecce, in grave crisi di liquidità in mancanza di un reddito certo da 3 anni, a cui vanno date risposte concrete, sia in termini di percorsi di ripartenza dell’attività olivicola che di promozione dell’olio extravergine di oliva».
Il settore oleario in Puglia conta un fatturato di 522 milioni di euro l’anno. Il tessuto imprenditoriale è rappresentato da 270mila imprese olivicole, pari al 22% delle aziende italiane. L’olio è il terzo prodotto pugliese più esportato, per un valore di circa 106 milioni di euro, quasi il 9% dell’export di olio dall’Italia.
«L’apertura dell’UE al reimpianto che speriamo divenga a breve una decisione definitiva dopo il rapporto dell’EFSA – denuncia il Presidente di UNAPROL, David Granieri, a Lecce per un sopralluogo su un campo sperimentale e per un incontro con le OP di Puglia – sta aprendo scenari speculativi che vanno immediatamente stroncati. La possibilità di reimpiantare la varietà FS-17 sta facendo schizzare i prezzi delle piantine, oggi vendute in regime di monopolio. Piantine di 12 mesi e altezza di 0,80 cm, usualmente vendute a 2 euro, stanno registrando prezzi da capogiro fino a euro 3,60+IVA a pianta. Allo scopo di calmierare i prezzi di mercato, già il 6 marzo scorso, nei termini imposti, abbiamo inviato al CNR una manifestazione d’interesse per garantirci la licenza di concessione delle piante sottoposte a royalty. In tempi non sospetti, infatti, quando nulla si sapeva della resistenza dell’FS-17 alla Xylella, il CNR diede in affidamento diretto l’uso a privati. Oggi questo percorso rischia di diventare deleterio per i nostri olivicoltori e la situazione va immediatamente sanata. Auspichiamo una risposta tempestiva da parte del CNR».
La PLV (Produzione Lorda Vendibile) del comparto olivicolo-oleario è pari al 20% della totale PLV del settore agricolo, così come il comparto partecipa alla composizione del Prodotto Interno Lordo dell’intera ricchezza regionale per il 3%. Un patrimonio da tutelare e promuovere sui mercati nazionali ed esteri.
«Il territorio salentino si presta ad azioni di incoming di buyer provenienti dai Paesi in cui il consumo di Evo sta crescendo in misura sensibile – spiega ancora il Presidente Granieri – iniziative che organizzeremo già a maggio, perché il nostro know-how ci ha portato a consolidare la consapevolezza che, come per il vino, l’olio si vende se assieme al prodotto riusciamo a proporre anche il territorio e la distintività che riesce ad esprimere. Organizzeremo le missioni di incoming in collaborazione con l’ITA, l’ex ICE, che per queste operazioni di incoming ha a disposizione una dotazione finanziaria complessiva fino a 500 milioni di euro».
«E’ intollerabile che in un momento di grande difficoltà per gli olivicoltori – aggiunge ilDirettore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – ci sia chi voglia speculare, promuovendo contratti di fornitura di piante FS-17, addirittura con liste di prenotazione. Stiamo raccogliendo le denunce delle nostre imprese per procedere ad una segnalazione alle autorità competenti».
Anche gli oli DOP pugliesi registrano il fatturato più alto d’Italia, pari a circa 28 milioni di euro. La Puglia ha ottenuto il riconoscimento comunitario per 5 oli DOP (Denominazione d’Origine Protetta) al ‘Terra di Bari’, ‘Terra d’Otranto’, ‘Dauno’, ‘Collina di Brindisi’ e ‘Terre Tarentine’ ed una produzione pari a 11 milioni di quintali di olive ed oltre 2,2 milioni di quintali di olio, con un’incidenza della produzione olivicola regionale su quella nazionale pari al 36,6% e al 12% di quella mondiale.