È durato circa mezz’ora l’incidente probatorio nell’aula bunker di Lecce per cristallizzare la deposizione di Rosalba Barba, la figlia dell’ex pentito della Scu Marco Barba, accusato dalla giovane di aver sequestrato e ucciso l’ambulante marocchino Khalid Lagraidi, 41 anni, e di averne poi occultato il cadavere in un bidone con cemento e acido. Proprio su segnalazione della giovane, il cadavere venne ritrovato la notte tra il 29 e il 30 gennaio scorsi nelle campagne di Gallipoli. La giovane ha raccontato di essere andata col padre a Lecce per prendere quel marocchino che lei non conosceva. Una volta arrivati a Gallipoli – racconta la donna – il padre dice alla figlia di fermarsi vicino alla zona del cimitero. I due uomini scendono e si allontanano, mentre lei resta in auto. Quando il padre torna e le dice di seguirlo, lei vede il cadavere. «Mi disse – racconta – che l’aveva strangolato con una corda perché gli aveva rubato un pezzo di ‘fumo’. Poi mi costrinse ad aiutarlo a disfarsi del corpo».