In Puglia nel 2016 sono stati venduti 6 milioni e 832mila di voucher, di cui 1milione e 503 mila nella provincia di Lecce. Al primo posto Bari con 2 milioni e 760mila. Rispetto al 2015, nel Salento si registra un incremento dell’11,2% (1 milione e 351 mila i buoni-lavoro venduti lo scorso anno).
Nella graduatoria nazionale, stilata dal Servizio politiche del lavoro della Uil, sulla base dei dati Inps, Lecce occupa la 32esima posizione, mentre Bari si piazza al 15esimo posto. Il resto delle province pugliese si trova più in basso: Brindisi è al 48esimo con 990mila683, Taranto al 56esimo con 883mila540 e Foggia al 61esimo con 744mila720.
Sul territorio nazionale sono il 64% del totale i voucher venduti al Nord (93,2 milioni), e il restante 36% suddiviso quasi equamente tra il Centro (26,3 milioni) ed il Mezzogiorno (25,8 milioni di voucher). Con un aumento previsionale del 26,3% rispetto al 2015, la Uil stima che l’anno 2016 si chiuda con un totale di oltre 145 milioni di voucher venduti in tutta Italia.
Secondo i dati relativi all’attività di impiego, il 50% dei voucher del 2016 (pari a 73 milioni) si stimano venduti per prestazioni effettuate in attività come industria, edilizia, trasporti. A seguire c’è il settore del turismo con una previsione di circa 21 milioni di buoni-lavoro venduti nel 2016, il commercio (18,4 milioni) e i servizi (14,9 milioni).
A detta della Uil Lecce, è problematico l’abuso dell’istituto dei voucher oltre al fatto che al numero importante di persone che ne fanno uso non corrisponde un costo del lavoro altrettanto alto.
Pertanto, il governo nazionale ha il dovere di intervenire con urgenza per porre fine a questo inarrestabile “imbarbarimento” del mercato del lavoro.